Festival 2018 - Presentazione
IL FESTIVAL DEI DIRITTI DEI RAGAZZI VI EDIZIONE 2018
Per il VI anno consecutivo l'Ufficio Scuola della Diocesi di Nola, l'Assessorato all'Istruzione del Comune di Nola e la Cooperativa sociale “Irene'95” di Marigliano propongono il Festival dei Diritti dei Ragazzi.
L'esperienza del Festival nasce “dal basso”, nella logica della comunità educante, tra una rete di soggetti pubblici e privati (Scuola, Associazioni, Enti non profit, Comune, …) con l'intento di creare un movimento educativo e sociale che contribuisca attivamente a conseguire la promozione della dignità delle ragazze e dei ragazzi del nostro territorio.
Il Festival dei diritti dei ragazzi è un percorso formativo scandito anche da eventi che ricordano alcune date particolarmente significative della storia dell'umanità e del nostro territorio: “Giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza” (20 novembre), “Giornata della Memoria” (27 gennaio) e “Festa della legalità ” (19 marzo), per concludersi a Nola dal 4 all'8 maggio 2018. A questa edizione partecipano oltre ai promotori, sia nella fase della progettazione che in quella della realizzazione, 18 Scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, e circa venti di associazioni ed enti non profit del territorio. Il Festival dei diritti dei ragazzi 2018 vuole fare memoria del settantesimo anniversario della Repubblica Italiana e del cinquantesimo dall'assassinio di Martin Luther King.
IL TEMA DELLA VI EDIZIONE DEL FESTIVAL
Voglia di Comunità. A 70anni dalla Costituzione Italiana Prendendo in prestito un'espressione molto nota dal titolo di una delle opere più famose di Z. Bauman, questa VI edizione del Festival dei diritti dei ragazzi mette “a fuoco” il tema della comunità (e specificamente della comunità educante) a 70 anni dalla Costituzione Italiana. Viviamo un'epoca di transizione - o di vere e proprie mutazioni d'epoca - e ci interroghiamo sulla dissoluzione delle comunità tradizionali e sulla crisi dei fondamenti che orientano il senso del vivere in comunità, così come enunciati nella prima parte della nostra carta costituzionale. E, paradossalmente, mentre il concetto stesso di comunità risulta “dilaniato” in maniera multiforme e caotica in quelle che Paolo Rumiz ha definito “tempeste identitarie”, mentre il concetto di comunità sembra perdere ogni contenuto tranne quello del proprio prefisso cum (un con sprovvisto di sostanza e di legami, spogliato di interiorità, soggettività e personalità), ci ritroviamo ancora e con rinnovata “passione” a riflettere, confrontarci, dialogare sul concetto, spesso abusato, di comunità educante.
Come ripensare e ri-praticare il “CON”?
Forse la questione è più complessa e profonda del puro “fare rete”. Non è e non può essere, semplicisticamente e irresponsabilmente, questione di stilare “protocolli d'intesa”. Né, soprattutto per le scuole, di aggrovigliarsi burocraticamente in un bulimico consumarsi di “progetti” e in un “accanimento terapeutico” dell'offerta che, al più, erodono le poche risorse economiche a disposizione e “stressano” le migliori energie umane.
Si tratta, forse, di vivere non per poco tempo in un grande cantiere, con molte instabilità e incertezze, per esplorare... come tornare a dire “io”, “noi”, come ripensare e ri-praticare il “con”.
Si tratta, piuttosto, di passare più tempo insieme per ripensare una visione dell'esistenza, del mondo, della convivenza civile, proprio a partire dai fondamenti enunciati nella nostra Carta costituzionale.